Sono stato alle Termopili

Ho scritto questo breve racconto nel 2015, per la voglia di condividere, dopo tanti anni trascorsi, una avventura vissuta quando ero un giovane esploratore, al mio primo S. Giorgio.

Una avventura eccezionale per me che l’ho vissuta, una avventura che vivono da sempre milioni di scout in tutto il mondo perchè facente parte di quello che offre, come metodo, lo scautismo ai ragazzi che hanno la fortuna di  vivere l’esperienza scout.

Luca mi ha sollecitato a metterlo sul sito, e lo ringrazio per questa richiesta.

Il mio racconto è stato letto alla radio, alla trasmissione Pascal e letto da un professionista emoziona anche me che l’ho scritto. Per ascoltarlo puoi andare a questo link: Pascal puntata del 7 marzo 2016.

leonida300

Sono stato alle Termopili

 

Ebbene si, io c’ero.

Sono stato alle Termopili, nelle file dei greci ad impedire il passaggio dei Persiani quella notte.

Avevo 12 anni, era notte e avevo paura, ma eravamo in tanti giovani come me, i più grandi avevano 16 anni, mi ricordo che ero particolarmente ansioso, era la prima volta che ero in battaglia.

Non eravamo molti, credo un centinaio o poco più, ma alla mia età mi sembrava che fossimo un vero esercito, venivamo da alcune città della Grecia, la mia era quella della Croce del Sud e poi mi ricordo quelle del Sagittario e del Centauro, credo che ce ne fosse una quarta con noi in quel passo, ma non mi ricordo il nome.

I persiani arrivarono all’improvviso caricando, ma i nostri generali erano stati bravi strateghi e avevano elaborato un piano che si dimostrò efficace, la prima fila, formata dai più grandi e robusti reggeva l’urto della carica persiana, facendo filtrare pochi nemici per volta che venivano assaliti da noi più piccoli che senza fatica gli toglievamo la vita. Non c’erano lance, spade o scudi in quella battaglia, non scorreva sangue quella notte, per togliere la vita al nostro nemico bisognava prendere una fettuccia che lui portava, peraltro come noi, alla cintura dietro la schiena, così avevano stabilito gli Dei.

I Persiani erano tanti, credo almeno 5 volte il nostro numero e avevano fra loro dei veri giganti, alcuni eroi provenienti da una città denominata Ostia 1 che si presentavano pelosi e barbuti (una rarità fra le nostre fila) raggiungendo età fino a 18 anni. Erano definiti nautici ed erano accompagnati da un mito di invincibilità da tutti conosciuto.

Quante vite togliemmo quella notte, i più bravi di noi, i nostri eroi tenevano le vite tolte ai persiani fra i denti, esibendo in questo modo il loro valore e incutendo timore agli avversari.

Gli Dei avevano pensato che la nostra resistenza, non avrebbe retto a lungo, troppo forte la disparità numerica e dopo poche cariche attraverso il passo i persiani sarebbero dilagati nel bosco alla ricerca delle altre città greche da depredare della loro bandiera difese da qualche altro centinaio di greci. Era stato stabilito che la guerra sarebbe stata vinta da chi alla fine avesse avuto nelle proprie mani il maggior numero di bandiere di città.

Ma la nostra resistenza fu epica, dopo molte cariche solo piccoli gruppi di persiani erano riusciti a passare, troppo pochi per poter cercare e attaccare le città nascoste nel bosco. Il grosso dei Persiani non riusciva a passare, i greci alle Termopili non cedevano.

Gli dei furono costretti ad intervenire per salvare i loro piani decidendo di far passare i persiani senza più combattere. Le città greche alle Termopili avevano vinto la battaglia, ma la guerra doveva continuare perché anche gli altri greci potessero vivere la loro notte di gloria.

Oggi ho 58 anni e sono uno scout del CNGEI. Sono passati 46 anni da quella notte, da quel San Giorgio regionale degli esploratori Agesci (ASCI al tempo) svoltosi intorno al 1970.

Fabio Camilletti 17 ottobre 2015

 

È stata una delle tante occasioni che mi ha offerto lo scautismo, regalandomi da giovane la possibilità di partecipare da protagonista ad avventure ‘epiche’. Sono stato un pellerossa che ha combattuto contro le giubbe blu e viceversa, un antico romano o mi sono sentito un grande esploratore raggiungendo cime appenniniche come fossero uno degli 8.000 conquistati da Messner. Avventure che sono essenziali ai ragazzi e che lo scautismo ancora propone ai ragazzi di oggi.